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Il Tempio Voltiano

Il Tempio Voltiano

Como: la città della Luce

Dal Tempio Voltiano al Chilometro della Conoscenza.
Questa è la città della luce, delle manifatture della seta e dei caffè sotto i portici, con lo sguardo sempre rivolto al lago.

Il piccolo pantheon sulle sponde del lago, dedicato a Volta, raccoglie gli strumenti dei suoi primi esperimenti. A rafforzare il legame della cittadina con la luce sono l’installazione The Life Electric, di Daniel Libeskind, sul lungolago e il primaverile Festival della Luce che mette in calendario incontri con scienziati, proiezioni e passeggiate luminose.

 

Uno dei simboli della città è Villa Olmo, un imponente edificio neoclassico voluto dal marchese Odescalchi e completato nel 1812; passata di mano in mano per tutto l’Ottocento, nel 1925, viene rilevata dal comune di Como che da allora l’ha adibita a sede di manifestazioni culturali e mostre d’arte.

Alle spalle della villa si estende il parco storico di maggiore interesse dell’intera provincia. Al suo interno, che mostra ancora lo stile all’inglese in voga nell’Ottocento, si trovano circa 800 alberi tra i quali ippocastani, cedri del Libano, liquidambar e platani. Meritano una citazione anche le serre, risalenti alla fine del XIX secolo: una fascinosa struttura in ferro che rimanda allo stile architettonico più diffuso a cavallo del nuovo secolo.

Villa Olmo e il piroscafo Patria

Villa Olmo e il piroscafo Patria

 
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Dentro le mura, Como svela i portici e le case rinascimentali con le travi a vista di Piazza San Fedele, le architetture Razionaliste degli anni Trenta di Giuseppe Terragni e il bel Duomo, meraviglioso esempio di tardo gotico lombardo che incontra lo stile rinascimentale. La sua costruzione iniziò nel 1396 con il progetto di Lorenzo degli Spazzi.

Negli anni diversi artisti si susseguirono nei lavori, fino a donarle l’aspetto attuale. La facciata tardo-gotica è un trionfo di marmi lisci e di elementi decorativi che si combinano tra loro armonicamente e con la cupola di Filippo Juvarra. Da non perdere l’interno del Duomo, adornato da arazzi cinque e seicenteschi, pitture e affreschi che ne confermano la sontuosità e la bellezza.

 

Como, i primi sintomi del rinnovamento dell'architettura si erano fatti sentire con l'opera di Antonio Sant'Elia, quale futurista aveva dato vita ad avveniristiche visioni di città composte di grattacieli e strade a più livelli.

Ma solo negli anni dopo la Prima Guerra Mondiale, un gruppo di giovani architetti e ingegneri cominciò a inserire nella pratica professionale elementi ispirati alle più aggiornate esperienze straniere.

Un ruolo di primo piano ebbe sicuramente Giuseppe Terragni, il quale già negli ultimi anni di studio diede vita con alcuni colleghi milanesi al "Gruppo 7". Sua fu la prima opera ostentatamente razionalista della città, il Novocomum, oltre alla Casa del fascio e all'Asilo Sant'Elia.

La Casa del Fascio

La Casa del Fascio